Cenerentola
Compagnia della Fortezza/ Fondazione Teatro della Toscana
CENERENTOLA
L’arte, la scienza e la conoscenza
drammaturgia e regia Armando Punzo
25 luglio /28 luglio ore 16,00
Fortezza Medicea / Casa di Reclusione di Volterra
Ingresso su autorizzazione
1 agosto ore 21.30
Teatro Persio Flacco, Volterra
Biglietti in prevendita su circuito TicketOne
Cenerentola ha in sé tutte le possibilità, è uomo, donna, pianta, animale, è sé stessa e allo stesso tempo oltre sé stessa. È acqua, terra, fuoco, aria, è stella in un universo di stelle lucenti e pianeti spenti, abbandonati questi ultimi, a specchio con noi, al loro solitario inutile vagare e girare su sé stessi. Ma non lo sa ancora, non le si è ancora rivelata quella fenditura del reale che la porterà lontano da ciò che è stata indotta a pensare di essere.
Questi pianeti ci assomigliano, ne abbiamo un vago sentore in noi che non afferriamo fino a quando una visione non ci libera da noi stessi. Lei non pensa, è. È noi, desiderosi di andare oltre noi. È il principio vitale che genera vita, guarda alla vita ed è per la vita senza nessuna fatica. È la curiosità che dovremmo avere e che dimentichiamo di esercitare, è la forza in divenire che ci sostiene e che tradiamo. È la vita piena. I nostri pensieri, invece, per lo più ordinari, ci proiettano in terra, ci legano. La ricerca è fuori dal cerchio dell’ovvietà. Cenerentola non sa ancora che la cenere che la ricopre è quella di un mondo che brucia per far posto ad un altro, svanito in volute di fumo grigio. Quello che resta di questo quadro è punto di fuga per un’azione insensata, che sconvolge il canone interiore ed esteriore, è l’esplosione, è la fusione iniziale, la caduta degli dei e il sorgere di un uomo nuovo; porta d’accesso al possibile di un’esistenza rinnovata. Fuga in avanti, proiezione delle mille possibilità dell’uomo che si raccordano grazie ad altre Cenerentole, umanisti e scienziati, che sognano ad occhi aperti il davanti a loro. Ernst Bloch è il teorico del sogno ad occhi aperti, tratta l’utopia come il possibile concreto che si può raggiungere, il non ancora esistente che si può realizzare a costo di perdere noi stessi, di mettere in atto una trasformazione che confligge con quelle che sembrano verità inscalfibili. L’utopia è la verità della vita possibile e libera, della vita che cerca l’umano nell’uomo, citando Vito Mancuso. Il quadro iniziale in cui è inserita Cenerentola ha i colori dell’arrendevolezza, quelli rassicuranti in cui tutti possono sentirsi rappresentati, quelli che ci inducono ad amarla senza conoscerla perché riconosciamo in lei la nostra condizione di uomini umiliati, sviliti, arresi, da noi stessi nel nostro essere matrigna, figlie e figliastra. La narrazione della sua misera esistenza sembra essere l’unica realtà possibile, quella senza scampo di una vita già scritta che viene da lontano e che proietta nel futuro il suo limite, la stessa che intuiamo in noi e per noi, anche se noi sappiamo che possiamo eccedere, ma abbiamo timore di frequentare i limiti della nostra esistenza. Ma nel riconoscere questa Cenerentola, sveliamo in noi il bisogno di alterità che chiamiamo arte, poesia, filosofia, bellezza, scienza, in un connubio che ci riporta alle origini delle domande dei primi filosofi sul mistero della vita e del mondo. Cenerentola nel nostro specchio deformato è arte che non si arrende, pensiero scientifico senza limiti, è possibilità del bene, dell’amore, della felicità.
Un artista può assecondare il paradigma del suo tempo, può assumere in sé l’intero universo culturale in cui sente di essere immerso (come in una prigione invisibile), oppure opporsi perché in questo sente il suo limite e il limite imposto all’uomo. Il male si manifesta nella accettazione distratta dell’esistente, del così è nella forma non consapevole della propria condizione, nell’ignoranza del proprio essere e del limite che subisce.
L’arte non dovrebbe ridursi a mendicare accettazione, accoglienza e funzioni, non dovrebbe recedere dalle sue prerogative rivoluzionarie per compiacere un mondo, la società, e uomini che sentono minacciate le proprie certezze. Dovrebbe essere la favola del possibile. Dovrebbe essere la Cenerentola dalle mille potenzialità che si manifestano a contatto con il mondo. Non dovrebbe preoccuparsi di sentirsi utile, anche quando lo stato di solitudine assoluto può diventare disperante per l’animo dell’artista e tutto sembra contrario alle sue forze. La verità di una visione – se si tratta di una visione libera da tali inganni e legami – è tale da creare buchi nella realtà, squarciare veli spessi di secoli, spazzare via credenze, offrire, per necessità incarnata, prospettive di crescita, allargamento di coscienza e emancipazione dell’uomo.
Armando Punzo
con
Abbdssamad Karim, Abd Al Monssif Abd Arahman, Ciro Afeltra, Lugi Ammendola, Marcolino Andriola, Pier Paolo Antonucci, Elisa Betti, Isabella Brogi, Paolo Brucci, Valentin Bucur, Salvatore Buffone, Giacomo Casalati, Daniel Chukwuka, Biagio Cipparano, Paul Cocian, Giovanni Colombo, Pasquale Concas, Salvatore Costantino, Giuseppe Dentice, Felice De Simine, Maurizio Di Bella, Stefano Di Francesco, Lucio Di Iorio, Fabrizio Di Pasquale, Maurizio Diotallevi, Paolo Dori, Anouar Eddahby, Romeo Bogdan Erdei, Vitale Esposito, Salvatore Farina, Pietro Favasuli, Santoro Favasuli, Viola Ferro, Luigi Fontana, Catello Gargiulo, Antonino Gattuso, Francesco Guardo, Antonio Iazzetta, Bashik Khalif, Nik Kodra, Urim Laci, Patrik La Comare, Antonio Lanzano, Jin Jie Lin, Alessandro Lorena, Antonio Maddaluno, Marco Mario Gino Eugenio Marzi, Mbaresim Malaj, Davide Mannarà, Luca Matarazzo, Alessio Mollisi, Ibraimi Musadin, Bustos Tunoo Nay, Arion Nezhaj, Antonio Nocera, Michele Petrizza, Marian Petru Iosif, Mirko Pettinelli, Fernando Poruthoutage, Michele Privitera, Nunzio Proscia, Armando Punzo, Massimiliano Quartarone, Hamadi Rezeg, Andreino Salvadori, Zakaria Safri, Adrian Saracil, Antonio Saracino, Ivan Savic, Domenico Scaramella, Altin Stanescu, Salvatore Stendardo, Giuseppe Terzo, Francesca Tisano, Tommaso Vaja, Fabio Valentino, Stefano Vezzani.
musiche originali e disegno sonoro Andreino Salvadori
scene Alessandro Marzetti, Armando Punzo
costumi Emanuela Dall’aglio
movimenti Pascale Piscina
disegno luci Andrea Berselli
aiuto regia Laura Cleri
assistente alla regia Alice Toccacieli, Viola Ferro
collaborazione alle scenografie Luca Dal Pozzo, Abd Al Monssif Abd Arahman, Karim Abbassamad, Giovanni Colombo, Felice Di Simine, Pietro Favasuli, Santoro Favasuli, Patrik La Comare, Alessandro Lorena, Antonio Nocera, Mirko Pettinelli, Zakaria Safri, Annalisa Nangano, Federica Ricchio, Bianca Rongone
assistenti ai costumi Ilaria Strozzi, Sara Fazio, Romeo Bogdan Erdei, Nay Bustos Tunnoo, Pasquale Concas, Luigi Fontana, Massimiliano Quartarone, Antonio Saracino, Giuseppe Terzo, Carlotta Bruschi, Eva Dettori, Marta Galbiati, Luodvica Gavioli
attrezzista Luisa Raimondi
assistenti volontarie Giulia Battaglini, Margherita Frignati
collaborazione drammaturgica Elisa Betti, Laura Cleri, Paul Cocian, Viola Ferro, Rossella Menna, Francesca Tisano, Alice Toccacieli
collaborazione artistica Silvia Bertoni, Isabella Brogi, Alessandro Ciampini, Adriana Follieri, Daniela Mangiacavallo, Marco Gino Eugenio Marzi, Eden Tosi, Elena Turchi
direzione tecnica Andrea Berselli
suono Alessio Lombardi
direzione organizzativa generale Cinzia de Felice
coordinamento attività centro nazionale teatro e carcere Eva Cherici
responsabile amministrativo Elina Pellegrini
responsabile attività formative Marzia Lulleri
segreteria e contabilità Giulia Bigazzi
ufficio stampa Pepitapuntocom, Rossella Gibellini, Anna Maria Manera
foto Stefano Vaja
documentazione video Nico Rossi, Gabriele Ciandri
una produzione Carte Blanche ETS / Compagnia Della Fortezza e Fondazione Teatro della Toscana
con il sostegno di MiC – Ministero della Cultura, Regione Toscana, Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, Acri – Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio Spa, Comune di Volterra, Ministero della Giustizia Casa di Reclusione di Volterra
Main Sponsor Locatelli Saline di Volterra